PROGETTARE CON LA NATURA: LA PERMACULTURA
Nell'orto sinergico di Angelo - Corso 72 ore di Permacultura - Asti 2008 |
L’essenza della permacultura si esprime tramite una progettazione che, prendendo ad esempio gli ecosistemi naturali, connette tra loro i vari elementi in modo da creare tra essi un alto grado di relazione reciproca. La permacultura si presenta infatti come un metodo che adotta un approccio sistemico alla comprensione del mondo con la consapevolezza che gli elementi fanno parte di un tutto connesso.
Questo modo di procedere si allontana dalla consuetudine. Siamo immersi nel pensiero tipico della mentalità riduzionista, osserviamo il mondo con un processo di separazione ed analisi delle singole parti, tale da farci perdere il senso e la comprensione più ampia dei fenomeni che non avvengano nell’immediato intorno di causa effetto. La visione olistica che sta alla base della permacultura è invece portatrice della consapevolezza che le proprietà di un sistema non possono essere spiegate tramite le sue singole componenti.
Bill Mollison (il “fondatore”, insieme a David Holmgren di questo metodo) parla della permacultura come di una scienza della progettazione integrata, di un sistema di riferimento etico–filosofico e al tempo stesso di un approccio pratico alla vita quotidiana.
Bill Mollison (il “fondatore”, insieme a David Holmgren di questo metodo) parla della permacultura come di una scienza della progettazione integrata, di un sistema di riferimento etico–filosofico e al tempo stesso di un approccio pratico alla vita quotidiana.
La permacultura è nata non a caso in Australia, il continente più antico, più fragile ed arido. A due secoli dal loro stanziamento i coloni avevano già disboscato il 96% delle risorse forestali, 50 anni di agricoltura convenzionale hanno avuto come risultato l’affioramento di 1/3 di sale. A fronte di questo continuo depauperamento all’inizio degli anni ’70 Mollison intraprese un percorso di osservazione e sperimentazione nella natura per cercare dei metodi di coltivazione efficaci, ma rispettosi dell’ecosistema. Il frutto del suo lungo lavoro fu sintetizzato nel testo “Permaculture One” (1978).
Questa filosofia ambientale mette bisogni e aspirazioni umane al centro dell’attenzione, e nutre la fiducia che l’essere umano ha intelligenza e potere per cambiare le proprie condizioni. Essa può fornirci l’orientamento per effettuare la nostra transizione dal tecnosostema ad un mondo costruito su altri riferimenti rispetto a quelli su cui finora ci siamo basati.
La permacultura si basa su tre principi etici:
La permacultura si basa su tre principi etici:
· prendersi cura dell’essere umano
· prendersi cura della Terra e degli organismi viventi che la abitano
· attuare uno scambio equo e consapevole ponendo dei limiti al consumo
Questi principi sono comuni alle culture tribali di popoli vissuti e che vivono in equilibrio con la natura da sempre. Può darsi che scopriamo che questi riferimenti siano già dentro di noi, come parte dell’eredità culturale delle civiltà che ci hanno preceduto.
Cura della terra significa onorare la madre terra che sostiene e rende possibile vita, custodire la fertilità dei suolo che è base del nutrimento, rispettare tutti gli organismi viventi come intrinsecamente preziosi; permacultura deriva infatti dalla contrazione dei due termini "permanent" e "colture" che ci ricordano come la premessa per la vita di comunità stabili sia un sistema colturale che renda possibile un sostentamento alimentare permanente, perpetuando la fertilità e i cicli produttivi della terra, assecondando la natura e non depredandola.
Cura delle persone: i bisogni e le aspirazioni umane sono al centro della permacultura, a cominciare da sé stessi, dalla propria casa, dalle persone della nostra cerchia fino ad arrivare alla comunità umana in senso più vasto. La ricerca del proprio "buen vivir", il provvedere ai bisogni e alle aspirazioni a partire dalla porta di casa è un atto di responsabilità che ci permette di prendere consapevolezza del peso delle azioni individuali nell’economia globale delle relazioni.
Cura della terra significa onorare la madre terra che sostiene e rende possibile vita, custodire la fertilità dei suolo che è base del nutrimento, rispettare tutti gli organismi viventi come intrinsecamente preziosi; permacultura deriva infatti dalla contrazione dei due termini "permanent" e "colture" che ci ricordano come la premessa per la vita di comunità stabili sia un sistema colturale che renda possibile un sostentamento alimentare permanente, perpetuando la fertilità e i cicli produttivi della terra, assecondando la natura e non depredandola.
Cura delle persone: i bisogni e le aspirazioni umane sono al centro della permacultura, a cominciare da sé stessi, dalla propria casa, dalle persone della nostra cerchia fino ad arrivare alla comunità umana in senso più vasto. La ricerca del proprio "buen vivir", il provvedere ai bisogni e alle aspirazioni a partire dalla porta di casa è un atto di responsabilità che ci permette di prendere consapevolezza del peso delle azioni individuali nell’economia globale delle relazioni.
Scambio equo e consapevole: ciò significa attuare un sistema in cui si utilizzano consapevolmente le risorse, si azzerano gli sprechi, si chiudono i cicli in modo da riutilizzare le energie circolanti, ponendo limiti al consumo e ridistribuendo il surplus.
Naturalmente sistemi agricoli stabili permettono anche la produzione di cultura da parte delle comunità che li praticano, da qui il termine perma-cultura.
I 12 principi progettuali liberamente tratti da Permacultura, di David Holmgren
N. 1 OSSERVA (ed interagisci….)
Incontro dell'Accademia Italiana di Permacultura, Paternò (CT) Aprile 2011. |
Un’attenta osservazione e una meditata interazione gettano le fondamenta del progetto. Esse stesse sono fonti di creatività oltre a stimolare abilità fondamentali come l’intuizione e l’immaginazione. I modelli naturali hanno l’attitudine ad organizzarsi in modo che l’energia possa mantenersi qualitativamente alta per poter essere utilizzata in modo ordinato. Questo ordine significativo, l’anti-entropia della vita, diventa principio-guida del pensiero progettuale laddove da contesti apparentemente caotici aspiriamo a far emergere una nuova armonia.
Linee guida per non cadere nelle trappole del pensiero dualistico:
TUTTE LE OSSERVAZIONI HANNO UN VALORE RELATIVO
C.M. Escher, Galleria di stampe, 1956 |
L'Universo comincia a sembrare più simile ad un grande pensiero che non a una grande macchina è la celebre frase di James Jeans, astronomo e fisico che ci ricorda come la stessa scienza abbia messo in discussione la possibilità di definire oggettivamente grandezze e i fenomeni. La realtà dunque non esiste in uno stato oggettivo e indipendente dalla nostra osservazione. Questa stessa lettura è condizionata dai filtri attraverso cui la guardiamo.
Questo ci invita a non essere categorici nel dare definizioni e giudizi perché la nostra capacità di comprensione è incompleta.
PENSARE DALL’ALTO VERSO IL BASSO, AGIRE DAL BASSO VERSO L’ALTO
IL PAESAGGIO E’ UN LIBRO DI TESTO
La rappresentazione percettiva del paesaggio - The Kent Downs Land-scape, Kent County Council 1995 |
Nel mondo naturale troviamo già tutto ciò di cui possiamo aver bisogno per progettare. Si può esercitare il nostro apprendimento sviluppando la capacità percettiva attraverso i cinque sensi. Ciò implica di trascorrere tempo all’aperto e a contatto con la natura.
SBAGLIARE E’POSITIVO SE CI INSEGNA QUALCOSA
La spirale azione-apprendimento da Permacultura, David Holmgren 2010 |
Nel percorso di apprendimento attivo ci si muove secondo un andamento a spirale che permette di riformulare progetto ed azioni da punti di vista che si ampliano arricchendosi di conoscenze ed esperienza. Quando si opera con i sistemi naturali è tuttavia difficile prevedere tutte le variabili in gioco cosicché non ci è dato di conoscere quanto il nostro agire possa determinare effetti più o meno desiderati … buona cosa è agire sempre con misura.
LE SOLUZIONI ELEGANTI SONO SEMPLICI O ADDIRITTURA INVISIBILI
Nell'orto - Ape e Facelia - Camaiore 2012 |
Spesso soluzioni semplici sono la risposta a problemi progettuali complessi. Semplicità non è sinonimo di superficialità come complessità non lo è di complicazione... Di fronte al rischio di artificiosità del pensiero umano gli esempi della natura, semplice e complessa ad un tempo, costituiscono il nostro riferimento ed antidoto preferito ...
Gli ecosistemi funzionano in modo molto efficiente e spesso ci restano invisibili le infinite e delicate connessioni che li rendono così - ci viene da dire - prefetti. Quando interveniamo per modificarli dobbiamo agire con la massima cautela per non turbare equilibri o causare danni maggiori dei benefici che desideriamo ottenere.
EVITARE L’ECCESSO DEL “BUONO”
Pomodoro Terraiolo raccolta 2011 - Elaborazione |
La consapevolezza del limite delle risorse è un buon deterrente alla ripetizione intensiva di azioni che portano a buoni risultati. Questa attitudine ad esempio è tipica di sistemi in cui si dispone molta energia a “buon mercato” per avere grandi raccolti. La possibilità di ottenere facilmente un risultato positivo non deve indurci a perseguirlo senza considerare tutti gli effetti. Nel nostro agire terremo a mente che il successo e l’efficacia all’interno di un sistema possono trasformarsi in un fallimento in sistemi collegati di scala più ampia o più ridotta.
IL PROBLEMA E' LA SOLUZIONE
Gilles Clement - Immagini del Terzo Paesaggio - Parc Matisse, Lille. |
Concentrarci sugli aspetti limitanti di un problema può impedirci di vedere le soluzioni in esso contenute. Ogni cosa che consideriamo un ostacolo può divenire uno stimolo per superarla creativamente e valorizzarne le risorse. Spesso il limite sta nella nostra capacità di immaginare nuove opportunità piuttosto che nella realtà che incontriamo.
N. 2 RACCOGLI E CONSERVA ENERGIA
N.3 ASSICURATI UN RACCOLTO
N. 4 APPLICA LA'UTOREGOLAZIONE ED ACCETTA IL FEEDBACK
N. 5 USA E VALORIZZA RISORSE E SERVIZI RINNOVABILI
N.6 EVITA DI PRODURRE RIFIUTI
N.7 PROGETTA DAL MODELLO AL DETTAGLIO
N. 8 INTEGRA INVECE DI SEPARARE
N.9 PICCOLO E LENTO E' BELLO
N.10 USA E VALORIZZA LA DIVERSITA'
N.11 USA E VALORIZZA IL MARGINE
N.12 REAGISCI AI CAMBIAMENTI E USALI IN MODO CREATIVO
PERMACULTURE DESIGN SIMULATION
ECOVILLAGGIO CORRICELLI (PO) 11-15 AGOSTO 2013
Riservato a chi ha svolto il PDC (corso di 72 ore), 5 giorni dedicati esclusivamente al processo progettuale pratico in Permacultura.
Rilievi, colloquio comittenza, analsi, progetto, presentazione, Feedback.
Un vero e proprio ciclo progettuale in versione SLIM per accrescere le capacità, incontrare aspiranti permacultori e condividere saperi ed esperienze.
La presentazione dei progetti nella giornata conclusiva